Il monte Navegna con i suoi 1508 m s.l.m., è la vetta più elevata e panoramica dei monti Carseolani, fa da spartiacque tra il lago del Turano e il lago del Salto. Nello stesso tempo difficile da raggiungere in mtb, un percorso che non concede tregua, neanche ai biker più audaci.
Giro inedito, con salita sul sentiero 321A, che aggirando la montagna sul versante nord-est, permette un’arrampicata su fondo terroso più omogeneo, anche sul tratto centrale da fare a spinta, a differenza del classico 321, molto meno agevole per l’ascesa, tecnicamente tosto, con fondo roccioso vario e quindi più adatto per la discesa.
Lasciata l’auto su uno slargo della strada che collega Castel di Tora a Vallecupola, si continua a salire su bitume (circolazione veicolare pressoché inesistente), fino a raggiunge il valico la Forca. Abbandonando la strada si entra verso dx su uno spiazzo sterrato, poi fiancheggiando e oltrepassando fonte Raina
si continua dritti seguendo il sentiero 321A, contrassegnato solo da segnavia bianco-rossi (sulla dx c’è una rustica scalinata da scendere al ritorno). Il tracciato si snoda sul versante nord-est, inizialmente con andatura ondulata serpeggia nel bosco. Immaginandolo malconcio, ci si è muniti di seghetto e forbici, ma non sono serviti, al contrario è in perfette
condizioni: con cartelli e segnavia nuovi, fondo ben evidenziato. Proseguendo le pendenze aumentano e nella parte centrale, si è costretti a spingere. Superato il tratto tortuoso con forti pendenze si torna a pedalare ed in breve si raggiunge la selletta dove il sentiero si incrocia con il 321. Di li verso sx tra pascoli d’altura rapidamente si arriva in vetta.
Raggiungere la cresta del monte Navegna è senza dubbio una meta impegnativa, ma una volta arrivati, poter ammirare la vista dei due laghi, Turano e Salto e le vette del Velino e Gran Sasso, è davvero appagante, sufficiente a ripagare lo sforzo, in più regala una partenza da brivido.
Dopo una meritata tregua ci si prepara, si scende a ritroso su area prativa cosparsa di pietre, andando alla ricerca di qualche variante rocciosa.
Raggiunta la diramazione con il 321A, si continua su fondo prativo, si supera un rock garden e cominciano ad aprirsi gli scorci panoramici sul Turano.
Sfruttato un ripidello, si continua su lunga diagonale a mezzacosta
ed entrando nel bosco occorre prestare un minimo di accortezza, a causa della tortuosità, rocce e radici, a seguire un piccolo tratto flow e un breve rilancio tecnico.
Lasciandoci alle spalle la sezione panoramica e più docile, raggiungiamo la ROCK SECTION, qui la roccia la fa da padrone, è un duello senza sconti, anche se può sembrare minacciosa, con grazia la si può superare e diventa indolore…
Dopo aver messo a dura prova gambe e braccia sul tratto nervoso dei rock garden, si esce allo scoperto su sezione tortuosa con fondo breccioso sdrucciolevole,
che ci catapulta sulla grossolana scalinata di fonte Raina.
Dal valico la Forca si continua a scendere, percorrendo il CNP (cammino naturale dei parchi), l’ingresso è poco evidente, ma scendendo nel prato dietro ad un edicola votiva poco distante, imboccato uno sgarrupo si intercetta il sentiero.
Subito un passaggio trialistico tra rocce,
poi il trail prosegue stretto e tortuoso, su un avvallamento roccioso si attraversa un fosso in secca,
altro passaggio trialistico e gradoni, poi un passaggio roccioso molto ostico con spuntoni ci fa abdicare, obbligando a scendere di sella, infine su stretto sentiero guidato lento scivoliamo verso la fine.
Sintetizzando: l’ascesa sul sentiero 321A, nonostante impegnativa risulta più congeniale. Il trail di discesa è molto panoramico e docile sulla parte iniziale, nella parte centrale si trovano molti rock garden che danno filo da torcere, l’ultima parte è molto varia e divertente.