Colle Cervino: un belvedere e un wild trail che non ti aspetti

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Poco distante da Roma, il territorio dei monti Prenestini, nonostante quote non particolarmente elevate, è capace di sorprendere chiunque. Tra panorami, vegetazione lussureggiante, natura incontaminata, gli itinerari sono molto avvincenti, a volte anche selvaggi, come la discesa da Colle Cervino.

Da Palestrina, piazzale Kennedy, si esce dal paese, il tratto asfaltato sale sostenuto, poi abbandonando la S.P. 58a, si imbocca lo spettacolare sentiero 509, un percorso gradinato che a tornanti si inerpica sul monte Ginestro, dov’è arroccato Castel San Pietro Romano. Superata una big bench e raggiunta una biforcazione, si costeggiano a sinistra, le imponenti mura ciclopiche, fin qua è un susseguirsi di scorci panoramici. Su percorso urbano si supera il borgo medievale passando nei pressi della Rocca dei Colonna, per poi perdere quota tra scalinate

e tratti di sentiero. Si attraversa la S.P. e si continua su via della Zingarella, che diventata carrareccia, scende al Piano delle Cese, dove a sx si segue il sentiero 509 per la valle delle Cannuccete recentemente ripulito.

1^ discesa – Con una prima parte sinuosa, abbastanza scorrevole, segue un breve rilancio, poi il trail scende deciso prima su fondo inconsistente, poi fiancheggiato alcune macere, trastravaganti doppie curve e terreno gradinato si raggiunge il ponte romano e una costruzione: un piccolo rifugio/bottino (l’alveo del fiume, altra attrazione della zona è in secca).

Si risale verso l’Agriturismo delle Cannuccete e fin su alla S.P., alla volta di Capranica Prenestina, dove poco prima del paese si prende a destra un accesso cementato. Passando in mezzo ad una casa rurale di un’azienda agricola è buona norma adottare buon senso. Più avanti appare la sagoma solitaria di Colle Cervino e raggiunte le pendici, con tratti a spinta e pedalati, dietro isegnavia bianco/rosso, poiché il sentiero non è evidente, si raggiunge la sommità.Nonostante l’altezza contenuta di solo 877 metri, la vista panoramica è a dir poco suggestiva, capace di offrire un meraviglioso skyline!

Ad arricchire l’apice, vi è una miriade di bizzarre formazioni rocciose, dove i più smaliziati, hanno l’imbarazzo per cimentarsi in funambolici passaggi. 2^ discesa – Ma è ora di iniziare a fare sul serio perché ad attende c’è una straordinaria linea, un sentiero che ci scaraventerà fino giù alla Valle delle Cannuccete, immergendoci in un ambiente wild. Di sicuro questo impervio e tortuoso trail è una discesa inedita alle ruote artigliate. In assenza di sentiero, su pendenza accentuata, tra rocce e gradoni, inizia una divertente discesa freeride, tutto sommato alla portata di tutti. Avvistato un lastrone roccioso lo si sfrutta per salire su un masso e staccare da terra. Pochi istanti e lo scenario cambia di colpo, tratto top per chi ama il terreno smosso, il più tecnico di giornata, fondo instabile ed insidioso è un tripudio di grossi ciottoli, su cui si galleggia cinghialando. Non esiste una traiettoria ideale, ma si

 va a libera interpretazione, andando alla ricerca della linea più congeniale, il silenzio è rotto dal forte scroscio delle rocce al passaggio delle ruote (vale sempre la regola: chi può è in bici, chi no a piedi). Andando avanti il sentiero torna più evidente,si fa tortuoso, spesso con tornanti da nose press e fondo meno smosso, ma ricoperto da foglie.Raggiunta la valle delle Cannuccete indenni,si vira a sx costeggiando il fosso delle Forme, un breve tratto un po’ sporco fa pensare di aver perso la traccia, ma siamo dietro i segnavia. Arrivati alla località “i Bottini”, il percorso ècaratterizzato da un elevato tasso di umidità, concede la tregua, torna umano e una sosta, una pausa è d’obbligo per ammirare il fiabesco Bosco delle Cannuccete. In breve siamo di nuovo al Ponte Romano. Ora la discesa fatta all’andata dovrà essere risalita al contrario. Il percorso si fa molto più impegnativo e tecnico, specialmente sullo smosso e sulle doppie curve ed è qui che l’assistenza di una e-bike (ultimamente denominate “motorette”), combinata ad una buona tecnica di guida, di un biker poliedrico, può dare il meglio di se.

3^ discesa – Raggiunto di nuovo Castel San Pietro, ci si tuffa sulla discesa finale. Sul tratto gradinato, non resta che mollare i freni, poi attraversata la S.P., si continua sull’Acropoli, tra ivicoli stretti degli antichi quartieri di Palestrina, percorrendo un migliaio di scalini (attenzione a pedoni e trekker).

Sintetizzando: giro wild alla scoperta dei sentieri naturali nella valle delle Cannuccete, denso di ostacoli: radici, rocce fisse, sassi smossi, gradoni, fondo scosceso, tratti umidi, sono le caratteristiche predominanti, a volte non semplici da gestire. La guida, verrà minacciata quanto basta per uscire dalla zona confort, risultando un buon allenamento per migliorare la tecnica sui trail naturali.

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