Il monte Tino, il balcone del Fucino – Celano (AQ)

pubblicato in: Abruzzo | 0

Il monte Tino, comunemente chiamato Serra di Celano, è un poderoso bastione roccioso che sovrasta il paese di Celano, domina la piana del Fucino e fa da spartiacque con l’Altopiano delle Rocche. Il versante meridionale,  tondeggiante ed erboso è poco appariscente, mentre il lato  settentrionale  aspro e roccioso  è molto più accattivante. 

Un giro sempre rispolverato, che regolarmente cadeva nel dimenticatoio e quando le speranze erano ormai perse, Nicola da appuntamento, in men che non si dica, ci si ritrova in quel di Casalmartino, piccola  frazione di Ovindoli. Dalla borgata sulla SS 696 Celano – Ovindoli si inizia a bitumare, superata la frazione di San Potito e percorsi gli ultimi tornantisi raggiunge Ovindoli. Lasciatosi alle spalle il centro abitato su strada forestale in buone condizioni, si attraversano ampi spazi prativi, seguendo il segnavia 11 verso la Sella dei Curti.

Mentre ci si inerpica la sterrata si ristringe, a tratti è tortuosa e malandata ed in lontananza la sagoma della Serra appare sempre più imponente. Perdendo quota ci si stacca dalla carrareccia seguendo il sentiero sulla sinistra,

che con pendenze variabili risale i pendii erbosi

e con un ultimo tratto semi pianeggiante raggiunge la Sella dei CurtiAl cospetto del fronte roccioso, si deve guadagnare il crinale, che con un andatura a saliscendi porta in vetta e che verrà percorso  a ritroso per tornare indietro. L’attacco in forte pendenza è abbastanza proibitivo,

mentre il tratto successivo si inerpica su uno sdrucciolevole fondo ghiaioso, non vogliamo pensare cosa sarà a scendere!!! Proseguendo oltrepassate due piccole anticime, si risale un ultimo panettone e si raggiunge la croce di vetta. 

Ad attendere un panorama mozzafiato, appena sotto i 2000 m. il monte Tino regala un magnifico panorama a 360°, spazia dalla Piana del Fucino, ai gruppi montuosi della Majella, del Velino, Gran Sasso e Monti Simbruini.

Fatta la scorpacciata di scenari e suonata la campana come buon auspicio, è ora di scendere, con un inizio niente male, il cancelletto di partenza si trova su una placca rocciosa,

si prosegue sull’aerea cresta esposta nei due lati, su sentiero colmo di rocce fisse, con una vista che sprofonda nelle Gole di Celano

dopo poche centinaia di metri ci si imbatte nel primo passaggio roccioso, una doppia curva. 

Ancora fondo con pietre fisse che fanno sobbalzare non poco, si arriva sul muro tortuoso e scivoloso, dove o si scende con  agilità e disinvoltura come gli stambecchi, altrimenti si va nel panico e si fa a piedi. Segue un rock garden un po’ vertriding

e l’uscita molto scoscesa sulla Sella dei Curti.

Dal valico virando a sx, si mollano i freni e si scende sotto la parete del costone nella valle dei Curti,

la flebile traccia scorre veloce, a volte poco evidente è facile perderla, facendo procedere in freeride, pertanto i segni bicolore del cai sono utili come punti di riferimento. Attraversa una sorgente ci si inerpica tra strapiombati pareti rocciose 

Nicola per rompere la monotonia approfitta di un ripidone roccioso, sfidando le leggi di gravità.

Segue un divertente tratto dove si alternato sezioni miste con smosso, tornanti, gradoni e qualche stretta curva da nose press. Il tratto finale è abbastanza fluido caratterizzato solo da repentini cambi di pendenza. Giunti in prossimità dell’asfalto sulla SS 696, si intercetta l’indicazione per la cascata Casca l’Acqua, senza ripensarci si devia a sx e su pendenza accentuata si arriva sotto le pareti rocciose che come immaginavamo troviamo in secca.

Dalla cascata si prosegue sul “sentiero storico”, che fluido scorre stretto a mezza costa con andatura a saliscendi, ma ATTENZIONE E’ MOLTO ESPOSTO VERSO VALLE!In corrispondenza della falesia di arrampicata, uno stravagante passaggio fa mettere il piede a terra. Altro saliscendi fino ad incrociare  il single track che scende sull’abitato di Celano, che perde quota con rettifili raccordati tra  loro da esclusive curve molto strette, che faranno felici i malati del nose press! Usciti sulla SS si risale un breve tratto in asfalto per tornare al punto di partenza.

Sintetizzando: un giro abbastanza divertente, non eccessivamente lungo, che con l’aggiunta del  sentiero storico lo rende molto appetibile. VA RAMMENDATO CHE LA LINEA DI DISCESA SUL CRINALE ROCCIOSO (facoltativa!!!), NON E’ MOLTO LUNGA, MA MOLTO ESPOSTA, TUTTI I PASSAGGI PRESENTI, SONO PRIVI DI CHIKEN LINE, UN PICCOLO ERRORE POTREBBE ESSERE FATALE E LO SCAPICOLLO ASSICURATO, PERTANTO NON SONO ALLA PORTATA DI TUTTI. “Da buon intenditore poche parole”.

Powered by Wikiloc