Il Monte Arezzo con i suoi modesti 1279 m. domina la piana del Fucino, è una meta non tanto blasonata, ma la sua natura selvaggia ed incontaminata, sa sorprendere, riding, divertimento e straordinari panorami si coniugano per far vivere un’autentica avventura.
Si prende il via da Villa San Sebastiano, frazione di Tagliacozzo (era prevista anche la salita al monte Arunzo, non effettuata per motivi tecnici) e si bituma alla volta di Corcumello frazione di Capistrello. Oltrepassato il campeggio, dopo qualche centinaio di metri si devia a dx (superando di poco il punto esatto di partenza del sentiero, che subito dopo si incrocia nuovamente), inizia l’ascesa di 3 km con 500 metri di dislivello, un magnifico single track, ben tenuto, tecnico, una salita costante senza tregue, con tratti in forte pendenza e con passaggi rocciosi, quasi impossibile per mtb tradizionali, ma terreno fertile per le e-bike. Nota dolente, il fondo notevolmente umido e viscido, sui tratti ripidi con roccia ha causato mancanza di grip al posteriore, obbligando a mettere spesso il piede a terra e spingere. Con un po’ di determinazione raggiunta una selletta di bosco diradato, sotto la parte sommitale, si apre uno skyline spettacolare, da un lato le montagne del Velino, la piana del Fucino e dall’altra la boscosa Catena della Renga.
Nel mentre ci si concede una pausa un Grifone della colonia che nidificano nella zona, si avvicina incuriosito.
Con un ultima breve appettata si è al cospetto della croce di vetta.
Indossate le protezioni, si abbassa la sella 3.. 2.. 1.. Go! La discesa del monte Arezzo aspetta! Il sentiero che picchia su Capistrello ha pendenze importanti ed è speziato con strettissimi tornantini. La partenza tra consistente rocciosità affiorante è seguita da un ritmato flow e
superato uno stretto passaggio roccioso,
con una breve deviazione si visita la chiesetta di Santa Maria del Monte.
Continuando il trail restringendosi si snoda nel bosco, regala sezioni flow e alternandosi a tratti con rocce fisse, si arriva alla sagra dei tornantini. I primi possono già fare la selezione, la tecnica del nose press è una condizione indispensabile, altrimenti si rimarrà a guardare i funamboli della curva a compasso!
È il preludio, discesa variegata, di carattere completamente natural, rocce stabili, gradoni, ghiaino, qualche piacevole e breve tratto flow e ancora una sfilza di tornanti chiusi, in rapida successione con gradino a metà, che non danno un attimo di tregua, ad amplificare le difficoltà si aggiunge una doppia curva a “S” e la forte esposizione del sentiero.
Ma è nulla in confronto, allo spettacolare cavatappi e tratto gradonato. Usciti indenni ci si avvita sul secondo cavatappi, completarlo è impresa ardua, richiede ancora più manico, poiché sulla corda della curva si cela un gradino, dove non è remoto perdere il controllo ritrovandosi stesi a terra.
Dopo la sequenza di cavatappi , il ridotto single trak alquanto aereo, corre a mezza costa, taglia il fianco della montagna, concedendo un po’ di respiro lascia mollare i freni, ma meglio non rischiare, sempre per l’esposizione a valle su roccia! Segue un altro turbine di tornantini che portano ad affacciarsi sul borgo di Capistrello.
Poi in scioltezza e senza esitazioni si percorre la traiettoria più pulita dell’ultima porzione naturale, un incavo roccioso con rock garden,
che ci proietta sulla sezione di Urban Downhill. Ingoiati da intricanti scalinate e manovrando tra stetti vicoli si scende lungo il centro storico di Capistrello. La parte tosta del percorso è terminata, con uno spedito trasferimento si rientra al punto di partenza rammaricati per non aver potuto concludere la seconda discesa sul monte Arunzo.
Sintetizzando: un giro abbastanza concentrato, salita impegnativa, single trak stretti con tratti esposti a dismisura, la maggior difficoltà è data dai tornantini molto chiusi, dove il divertimento è assicurato solo se si è avvezzi con la tecnica del nose press.