L’Isola del Giglio è uno di quei posti che ti cattura ancor prima di attraccare, scrutando verso l’insenatura della costa orientale, porta di accesso dell’isola, si rimane stregati, dalle cristalline acque color smeraldo, dai vivaci colori delle case di Giglio Porto, dal borgo di Giglio Castello arroccato sul poggio che domina tutta la costa e se le conformazioni delle rocce granitiche, per i più possono sembrare un comune dettaglio, per gli appassionati è il biglietto da visita, fanno subito intendere con che cosa si avrà a che fare.L’mtb è il mezzo ideale per scoprire la faccia selvaggia del Giglio, il piccolo lembo di terra, prevalentemente montuoso, è un paradiso per bikers intrepidi, intenzionati ad alzare l’asticella, regala entusiasmanti ed impegnativi trail, che dall’alto scendono giù alle calette più nascoste, per essere più chiari, sull’isola delle Capre (cosi denominata in tempi passati, dal greco Aegilium) è difficile trovare sentieri facili!
Ci si imbarca a Porto Santo Stefano e dopo sessanta minuti di navigazione si tocca terra a Giglio Porto. Dal molo bitumando si sale verso l’altura, superato il bivio per Campese, in breve si arriva a Giglio Castello (il borgo merita essere visitato). Si è con un’ora di ritardo sulla tabella di marcia, si evita la salita per la pineta di Poggio della Chiusa e aggirandola si raggiunge la località Le Porte. Consueto rituale …. e giù, sul sentiero 21, meglio conosciuto con l’appellativo di “Signora”, un masso granitico funge da cancelletto di partenza della prima ipotetica PS.L’ingresso flow inganna tutti, oltrepassata la curva il trail si trasforma in un vero must.Iniziano i giochi, si aprono le danze tra le asperità del terreno, il granito regna sovrano, gradoni, scalini a gogò, intriganti dossi, cunette e ostacoli rocciosi, tutto ciò è pazzesco.
Spettacolari passaggi su lunghe placche dalle morbide forme, su un tratto tortuoso, in agguato, una vivace doppia curva tutta su roccia, che si supera solo con l’asso nella manica.Andando avanti, il trail tra scorci panoramici, scende deciso e insidioso tra gli innumerevoli ostacoli naturali,arrivando sullo scalone.Un breve tratto flow, qualche restringimento da fare a piedi per salvaguardare il deragliatore, poi ancora tanta roccia fissa, gradoni e un’altra doppia curva.Ultimo pezzo con forte pendenza molto ostico, il tratto più ignorante, un vero e proprio incubo, tra sfasciumi, gradoni e una moltitudine di trappole,si approda sulla magnifica spiaggia delle Cannelle.Il trail della “Signora” regala emozioni forti e adrenaliniche, è difficile non rimanere contagiati di fronte a questo strepitoso sentiero, mai appellativo fu più azzeccato! Dopo questa prima mega scorpacciata di roccia granitica, si torna a salire elettrizzati per ciò che ci aspetta. Tra il susseguirsi di scorci panoramici, il tratto su asfaltato per Giglio Castello di certo non annoia.
A ridosso della cinta muraria ci si getta sul sentiero n° 3, Castello-Arenella pressoché scorrevole, si fa per dire, con fondo vario,
la linea taglia varie volte la strada, oltrepassa lastroni di levigato granito
e prosegue con pendenze mediamente impegnative con parti rocciose.
Entrando sulla seconda metà, il turbinoso trail, per chi è in grado di mollare i freni tra le rocce fisse e gradoni esalta molto le capacità di guida. Più in basso si anima ancora di più, tra curve stretta da nose press, altre placche e gradoni fino a restringersi sviluppandosi più incavato nella roccia, dando poco margine di errore.
Un tratto più pianeggiante regala una stupenda panoramica che si apre verso l’Arenella,
poi torna a scendere su pendenze più accentuate incontrando gradoni più rilevanti, sempre su fondo roccioso, tra curve e controcurve si arriva ad un fatidico cavatappi, tipo aspirale, dove riuscire a tenere un buon feeling non è semplice.
Superata una strettoia con una pittoresca conformazione rocciosa granitica si è in dirittura di arrivo, la giostra dell’Arenella termina! Si risale alla volta del sentiero n° 10, dall’alto si scruta il mare e si fa rotta per Campese.
Dopo una prima parte compatta e scorrevole, il flow svanisce lasciando spazio ad un lungo tratto molto divertente, che ricalca un’antica mulattiera, caratterizzato da fondo sconnesso e scalettato.Intervallando passaggi su placche, si percorre una contropendenza a ridosso di pareti di granito. Con un finale meno consistente e più sconnesso, il sentiero raggiunge la baia di Campese.Vale la pena effettuare una deviazione per scorrazzare in lungo e in largo sull’ampia scogliera di granito nei pressi della Torre di Campese. Si risale a malincuore, una breve bitumata, arrivati sull’intersezione per Giglio Castello, si ripercorre un tratto del 3, poi si perde quota per immettersi sul sentiero n° 2 o “Santo”. L’ingresso fortemente scosceso, su grossi gradini è abbastanza insidioso, se la fortuna non è dalla nostra parte è bene affidarsi ad un Santo Protettore, per scongiurare il ribaltamento sulla curva a gomito.Continuando ci si rende conto che il ripido è una costane, di fronte a tanta abbondanzasi ha la possibilità di lasciare il sentiero, per una chicken line, che si sviluppa su un muro verticale di granito, nonostante la pendenza, il fondo garantisce alle ruote grip da vendere.
Come se non bastasse, un altro lastrone fortemente scosceso al limite del ribaltamento, non fa sconti a nessuno, implora il taglio del sentiero, pronto ad inghiottirci.Poi sempre su pendenze pronunciate in ambiente idilliaco, si percorrono le ultima centinaia di metri, uscendo sulla strada che risale dalla spiaggia dell’Arenella. Decretato che la giornata di riding potesse bastare, ci si ritrova sul molo con un sorriso a 32 denti stampato sul viso.
Sintetizzando: ancora una volta l’Isola del Giglio ha saputo stupire, oltre che con i suoi affascinanti e suggestivi panorami, protagonisti tornano i sentieri, con qualcosa fuori dall’ordinario, risultati molto nervosi, la roccia di granito è l’elemento dominante, dove la scorrevolezza dei lastroni, il più delle volte cede il passo a sezioni impegnative con affioramenti rocciosi e gradoni rilevanti.