Monte Giano – Madonna delle Grotte (Antrodoco – RI)

pubblicato in: Lazio | 0

Il monte Giano anticamente noto come monte Cotischio, è la possente montagna che sovrasta Antrodoco, un autentico paese con un importante passato medievale. Per l’immensa varietà di panorami e scorci paesaggistici, che offre, vale sicuramente il viaggio per una mattinata di riding.

Il tour inizia con un trasferimento in asfalto, da una delle aree di sosta sulla Statale 17 dell’Appennino Abruzzese, che da Antrodoco sale verso Rocca di Corno. In corrispondenza dell’indicazione stradale Cinno si devia a sinistra, proseguendo su una piccola lingua di bitume che lascia subito spazio ad un interminabile sterrato. L’ascesa continuaininterrotta, scollinando dà il meglio di sé, tra gli scenografici prati di Fonni di Cinno, dove i colori assumono infinite  sfumatire. L’ampia pista animata da saliscendi attraversa l’altopiano, poi percorrendo una suggestiva faggeta si spinge sulla distesa prativa della Mozza, sotto le pendici del monte Giano.Si lascia la sterrata e si prosegue su ripido sentierino sottobosco, uscendo allo scoperto si apre alla vista, l’imponentesagoma del Terminillo. Ora la salita sul costone occidentale molto panoramico, si fa più dura, va presa di petto enonostante il fondo sconnesso, in ebike si riesce a pedalare. Piegando si punta diretti verso l’alto e con un brevetratto di spingismo si guadagna quota. L’arrampicata continua verso l’anticima,  poi si prosegue sullo spettacolare crinale, fino alla cima del monte Giano.

Dalla vetta principale su pendio erboso si scende nella sottostante depressione per risalire sulla sommità opposta,dov’è posizionata la Croce del monte Giano, oltre la quale si gode una visuale che sprofonda su Antrodoco.Si torna indietro sui propri passi, fin sotto la selletta ed entrati nel bosco si sfreccia su una spessa coltre di foglie. Dopo

aver percorso un tratto freeride, con una parte ricca di affioramenti sassosi, si intercetta il sentiero, con una consistenteconformazione rocciosa nella parte centrale, con piccoli salti di roccia e più avanti con una forte erosione. Il trailprosegue sotto l’imponente bosco di pini neri, messi a dimora nel lontano 1939 dalle Guardie Forestali di Cittaducaleche formano la scritta DVX. Qualche ramo carbonizzato per via dell’incendio ostacola il passaggio, superata una bizzarra e stretta doppia curva a Z e alcuni piccoli dossi finali, ci si tuffa sulla radura dove è situato il rifugio Giuseppe Cardellini e di fronte su un bordo roccioso la Chiesetta degli Alpini.

Proseguendo in leggera discesa, il sentiero si fa subito inconsistente, il che non guasta. Raggiunta l’intersezione si tiene il ramo di sinistra (tralasciando la deviazione di dx per le Ravelle 410a) sempre su fondo misto, con sassi smossi.Sconnesso e sgarrupi, pare sia una costante, una tipologia di terreno dove non tutti si trovano a suo agio e spesso  mette in crisi. Senza scoraggiarsi, con il giusto ritmo di velocità che facilita il galleggiamento, il sentiero sembra trasformarsi, si avverte quella sensazione di flow e guida scorrevole, tanto che il crocchio dei sassi sotto le ruotediventa una sinfonia. Il sentiero si impreziosisce con divertenti gradoncini rocciosi e tornantini da nose press.La sfida continua, sassi e ciottoli smossi, non accennano a diminuire,finche non arriva un tratto roccioso più compatto, con diversi passaggi su gradoni, alcuni dei quali rilevanti.Poi tanto per cambiare altro sconnesso, senza demordere si continua a scendere, arrivando al pezzo forte, rappresentato da una doppia curva ad S, da superare con tecnica di  nose press. Di colpo il rombo del motore di alcune moto, si intuisce che si è in prossimità della  S.S. 17, tra le Gole di Antrodoco, nei pressi del Santuario della Madonna delle Grotte. Breve bitumata e si è al punto di partenza. E’ tempo di castagne, ragion per cui si passa in paese, per fare una buona scorta dei pregiati marroni Antrodocani, già prenotati all’amico Enrico della  ASD MTB Monte Giano Antrodoco.

Riepilogando: il tratto di salita fino ai piani della Mozza, si fa apprezzare per la varietà dei luoghi attraversati, il successivo per la cima richiede una buona dose di spingismo/portage, in ebike è possibile lanciare la sfida, salire cercando di toccare il suolo il meno possibile con i piedi. Per quanto riguarda la discesa non ci sono passaggi estremamente tecnici. Tra panorami superlativi, se ne affronta una prima parte freeride, poi dal rifugio Giuseppe Cardellini fino alla fine, il single track si distingue per il fondo fortemente inconsistente, che va da sassoso smosso a molto smosso. Allontanata la paura, con dinamicità ed acquisita confidenza, risulta estremamente divertente, al contrario se non si è smaliziati, guidare la mtb diventa veramente un incubo.

 

Powered by Wikiloc