Campese sent. 12, Campese sent. 10, Punta Fenaio, Arenella sent. 3 – Isola del Giglio

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L’isola del Giglio è uno scrigno di meraviglie, di natura incontaminata e selvaggia, caratterizza per i forti contrasti, vanta una storia millenaria e avventurosa. Il territorio Gigliese costituito quasi esclusivamente da granito, sorprende fin dall’arrivo, con il grazioso borgo di Giglio Porto, dominato dalle possenti mura del castello ed attorniata da folta vegetazione. Una località insulare che offre sentieri accattivanti con un alto contenuto tecnico, scenario ideale per essere scoperta in sella alle due ruote.

Il tour inizia a Porto Santo Stefano, dove si mollano gli ormeggi e con circa un’ora di navigazione si attracca a Giglio Porto. Frenetici si bituma verso Giglio Castello, si oltrepassa l’ingresso della prima discesa, non si può non andare a visitare il caratteristico borgo medievale, arroccato sulla sommità dell’isola. Vagato nel labirinto di minuscoli vicoli, si esce dallapoderosa e complessa porta principale, si torna indietro sul varco del sentiero 12 per Giglio Campese, percorrendoun’antica mulattiera con roccia granitica e fondo irregolare, una vera e propria manna. Si scende fluidi tra rocce, lastroni e continui scorci panoramici. L’eccezionale fondo roccioso con pendenze variabili si fa ben apprezzare,  più avanti si avvicenda un tratto smosso, più spedito e pensando che ci accompagnasse fino alla baia,

bisogna ridurre la velocità, arrivando su stretti tornantini con  pendenza rilevante nella parte finale. Già appagati, sirisale in prossimità di Giglio Castello per la seconda discesa, sui lati della strada si incontrano considerevoli zone rocciose, idonee per ideare vari passaggi, Gianni prova a spostare un masso, ma non occorre, si riesce a passareugualmente da un lato. Eccoci pronti alla partenza del sentiero 10 che scende sempre sulla baia di Campese, l’ingresso flow, che profuma ancora di erba appena tagliata, fuorvia (i trail iniziano ad essere tirati a lucido per lagara Capel Rosso Race), lascia subito spazio ad una pendenza accentuata con roccia e gradoni, per poi correre  veloce tra muretti e secco e scorci panoramici.A rallentare la corsa ci pensa un bel ripidone, un breve sterrato fa da raccordo ed immette su una sezione guidata lenta, la mulattiera si ristringe repentinamente, il fondo molto roccioso è meno levigato, a tratti trialistico, non dà possibilità di scegliere la traiettoria, o riesci a galleggiare o scendi! Aumenta la pendenza e una rigogliosa vegetazione erbosa, quasi impedisce di vedere a terra, tanto che un centinaio di metri sono esasperati! Le difficoltà si riducono nel tratto su placche granitiche,in compenso si para un ripido roccioso, una doppia curva  tutta su roccia, per finire una serie di passaggi trialistici suroccia con pendenza rilevante fanno raggiungere Campese. Si torna nuovamente a salire alla volta di Punta Fenaio

Un rilancio subito dopo la partenza poi passaggi tra grossi massi di granito, finalmente un po di fondo granitico, unveloce rilancio e ancora gradini a scendere. Proseguendo il trail scorre tortuoso con passaggi trialistici,  si raggiunge unremoto angolo, dall’aspetto selvaggio, di particolare bellezza. Una deviazione fuori dal tracciato di gara scende fino alfaro (Fenaia si caratterizza per una minor pendenza e con tratti di rilancio). Si risale, dapprima su strada bianca, poi su asfaltato e si è pronti per impegnare il sentiero 3 per l’ArenellaPassaggi stretti, molta roccia, passaggi trialistici con bei ripidoni e panorami da urlo. Si arriva su un fantastico cavatappi, si passa attraverso giganti di granito e siamo fuori dal trail, non resta che scenderegli ultimi metri fino alla caratteristica caletta dell’Arenella. Per oggi può bastare, si rientra a Giglio Porto per un meritatopiatto di spaghetti alla pirata.

Sintetizzando: i single track si dipanano su antiche mulattiere lastricate con roccia granitica, ritmate da gradini di varie altezze, dove si alternano tratti e passaggi ristretti, ripidi a volte vertiginosi, affioramenti di roccia granitica levigata, gradoni rilevanti, tornantini chiusi su lastroni da nose press, il tutto con un grip a dir poco straordinario. Location che sa di enduro wild che regala grosse soddisfazioni. Il “Giglio” in una sola parola troppo

 

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