Giro insolito sul monte Caccume, con un particolare profilo piramidale, un’altezza di appena 1095 m., non da primato, avvolto in un’atmosfera di mistero, è un aspro rilievo dei monti Lepini, in compenso estremamente panoramico e di sicuro uno dei più visitati. Il famigerato single track, per le sue caratteristiche grezze, è un plus del naturale, la roccia è protagonista indiscussa, a tratti stretto, con un susseguirsi di strepitosi rock garden, passaggi tecnici e trialistici, si può definire un supertrail. Il percorso è lo stesso sia in andata che in ritorno, con una salita tutta in spingimo. Arriva il momento tanto atteso, per una mattinata di ordinaria follia, si raggiungere il pittoresco borgo di Patrica, arroccato su uno sperone roccioso, punto di partenza per l’ascesa.
Dal centro storico ci si avvia su per il ripido vicolo, seguendo il sentiero 26, familiare agli escursionisti, ostile per ibikers, ci si imbatte subito in un cartello, con sopra impressa la citazione (IV Canto del Purgatorio) del Sommo Poeta. Tra diverse interpretazioni e contraddizioni, pare che Dante Alighieri nel descrivere le difficoltà che presenta la salita al Purgatorio, la paragona ad alcune località famose per asprezza, tra cui il monte Caccune. Bell’incoraggiamento! Si inizia a spingere, modalità walk, superati vari rock garden, osservandoli e guardando verso il basso, viene spontaneo dubitare circa la possibilità di eseguire certi passaggi in discesa! Tra spingismo e vari tratti pedalati, in e-bike si raggiunge un’area prativa. Continuando ad inerpicarci alle 11:00 si è finalmente in vetta, verosimilmente con le prime e-bike sotto la grande Croce, inaugurata nel lontano 1903 e subito a suonare la campana della piccola chiesetta prospicente, non per festeggiare, ma pare sia obbligo di tutti i viandanti che vi giungono. L’arrivo è premiato con unostraordinario panorama che spazia da monte Gemma, alle altre cime dei Lepini, al promontorio del Circeo, agli Ausoni, tanto che quel poco di affaticamento si trasforma in vitalità. Iniziando a scendere, la prima parte del percorso, fino ai prati sommitali si effettua su un trail scorrevole, esposto e su fondo breccioso. Al primo tornantino, resosi conto di aver lasciato alle spalle una bellissima partenza, si torna indietro scendendo alle spalle della chiesetta, anche l’inizio deve essere all’altezza del supertrail! Raggiunto il prato si fa sul serio, d’ora in poi, rari o del tutto inesistenti i passaggi semplici, solo pietra variegata e rocciume di varie dimensioni. Poi si alterna con una fase di galleggiamento, su un tratto di pietre smosse, fino a superare la fontana della Rava, dove il fondo è bagnato per il copioso sorgivo. Ma non è nulla in confronto alle difficoltà che si amplificano sulla serie di gradoni. Si arriva su un rock garden, curve strette, gradoni e pietre di differenti grandezze, la parte centrale è maggiormente impegnativa, si ha poco tempo per rilassarsi. Carmine, il grezzo per antonomasia, guida in maniera impeccabile, mentre c’è chi non si fa intimorire ed al secondo tentativo chiude il passaggio, con un deciso nose press. Altre curve in noss press, un tratto con rocce più compatte.Altri tornanti rocciosi che mettono a dura prova.Si continua con una doppia curva su rock garden, tra bastioni rocciosi, non è la più complicata, ma la più spettacolare.Si affrontano gli ultimi passaggi, ed alla vista ravvicinata del borgo il sentiero non presenta più nessuna difficoltà, si èin dirittura d’arrivo, ma restano ancora le due rampe finali della scalinata, con alcuni smisurati gradini, dove è benechiudere in bellezza, senza cappottone! La tensione sciama solo ora e dopo questa strepitosa discesa, inevitabile pit-stop per una meritata birra!
Sintetizzando: nonostante lunghezza e dislivello contenuti, è un giro da non sottovalutare, qua quel che conta è la qualità. Il trail per la quasi totalità roccioso, scosceso, ruvido è quanto di meglio si possa cercare per provare le abilita trialistiche, il buon risultato è ridurre al minimo i tratti a piedi. Ideale per chi ricerca percorsi naturali, zeppi di pietre, con gradoni, rock garden ed apprezza la sensazione della pietra sotto le gomme! Gli amanti del grezzo dovrebbero almeno una volta farvi un pellegrinaggio, per chi al contrario, certi sentieri non sono confacenti, può calzare gli scarponi da trekking e andate a suonare la campana, ne vale assolutamente la pena, non si resterà delusi! D’altronde ci sarà pure un motivo, per giustificare la presenza di una chiesetta e una grande croce sul Caccume!