Monte delle Fate – Ausoni

pubblicato in: Ausoni, Lazio | 0

Monte delle Fate, nome che evoca un fascino fiabesco, tanto da essere legato a leggende di fate, risalenti ad antichi culti pagani. Luogo di indiscutibile bellezza, che affaccia sulla costa Laziale, è possibile definirlo sentinella degli Ausoni, ma non farsi trarre in inganno, se  per gli escursionisti è un paradiso, può rivelarsi un’odissea per il biker.

Veniamo ai fatti, poche notizie, zona rocciosa e malagevole, difficoltosa da fare in mtb, con abbondante portage, poi una traccia inviata dagli amici di Terracina Network Trailsuna via diretta, da loro intrapresa dalla località Mandra Riccitiello di Monte San Biagio (LT), che passa per Serra Palombi. Parte la scimmia, il valico è un importante crocevia tra due principali sentieri per il monte delle Fate. Mettendo subito in conto un’andata facinorosa, ma con l’auspicio di un ritorno avvincente, ci si ritrova a Sonnino (LT), in località Cerreto. Seguendo la segnaletica per la vetta, inizia l’avventura, pochi i tratti pedalati, ma Serra Palombi non è poi così lontano.Proseguendo nella stupenda lecceta, il traverso che taglia la montagna regala divertenti tratti tecnici da pedalare ine-bike, tanto che in breve si giunge al rifugio Jo Caturo. Si continua su fondo roccioso e quando pensi di essere abuon punto, usciti allo scoperto, la cima è ancora distante, ma una volta raggiunta, si rivela una meta inaspettata. E’ una delle poche volte che si rimane a bivaccare qualche momento di più! Ma è tempo di scendere e su che discesa!Esordio sostanzioso, si  serpeggia su fondo scosceso e smosso, poi il sentiero lascia spazio ad una tormentata sezione pietrosa, una lama di roccia dentata che impone una guida fluida e reattiva.A seguire si alterna un tortuoso fondo terroso compatto con rocce, sequenze di gradoni, roccia a dismisura e dopo unbel  tratto di  placche rocciose si è di nuovo sul piano del rifugio Jo Caturo. Lasciandoci alle spalle la baita, il tratto ditraverso nella lecceta, si fa ondulato, con brevissimi rilanci tecnici, ma con un continuo avvicendarsi di pazzeschi gradoni rocciosi. Dopo un cavatappi e  un ulteriore ragguardevole gradonata si giunge a Serra Palombi.E’ ora di esplorare il versante di Mandra Riccitiello, per la valle Case Nuove. Il trail mette subito in evidenza la sua peculiare natura grezza, con pendenza rilavante e fondo roccioso smosso, si inizia a scendere. Tanti tornantini, ancora fondo smosso e gradoni, una doppia e stretta curva a S, poi molto sfasciume roccioso. Grossi massi e sentiero ridottoobbligano a scendere per pochi metri, poi una compressione immette sulla vasta e caratteristica area calcarea del Pozzo delle Cutine. Tra tanta abbondanza si possono effettuare una moltitudine di passaggi, si improvvisano e si ideano strane line, tanto che non vorresti tralasciarne nemmeno un centimetro. Stancatisi per bene, senza arrivare a Mandra Riccitiello, vuoi o non vuoi, si va a risalire tutto il sentiero per serra Palombi, rubando anche pezzi pedalati! Sarà stata l’euforia, alla fine il tratto di spingismo è stato meno pesante del previsto! Dalla sella si scendere verso la località Cerreto, percorrendo la sterrata su fondo smosso, fatta all’andata, poi si devia per un sentiero breccioso mediamente compatto che catapulta a Cerreto, punto di partenza.

Sintetizzando: giro un po’ fuori dai normali canoni del mountain biking, ma per godere di un percorso di discesa top, bisogna pur sacrificare qualcosa. Non aspettarsi nulla di flow, ma aspettati tanto divertimento. La roccia, i ciottoli, il ghiaione, i lastroni calcarei, i gradoni, che caratterizzano il giro, sono croce della salita, ma delizia della discesa.  5,5 fantastici chilometri, con una serie infinita di sezioni rocciose, ne fanno uscire una discesa superlativa, per la felicità degli amanti dei sentieri tecnici, naturali e rocciosi.

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