Anima di questo giro è di nuovo lo Sprone Maraoni, un percorso che non dovrebbe mancare nel curriculum del biker, un peculiare trail su cui cimentarsi per affinare la guida mtb. Per l’appunto l’uscita è finalizzata a migliorare la tecnica del nose press, manovra stilosa che consiste nel sollevare la ruota posteriore e ruotare la bici, facendo perno sull’anteriore, utile sulle curve strette e a gomito, semplice a dire, macchinoso da eseguire.
Da Morolo su strada asfaltata si supera la Sgurgola e si giunge a Gorga.
Lasciando il bitume sulle prime pendenze, l’assistenza della Dartmoor non ne vuole sapere, ma risolve l’inconveniente,
Carmine con il suo potente e-kit. Superati vari strappi si arriva alla fonte di San Marino con la coreografica
conformazione rocciosa alle spalle. Abbandonando la strada bianca si prosegue su tratti di sentiero e mulattiera incontrando pettate tecniche ed alternando piccole conche con delimitazioni di muri a secco di antichi stazzi. Da una
successiva radura si devia a sx, senza allontana dalla linea gps in quanto non c’è traccia di sentiero. Riacciuffata la
pista, si risale su un bel fondo acciottolato, poi deviando si scende verso i Piani del Lontro, dove si trovano varie costruzioni rurali di pastori.
Ci si avvia sul trail di discesa, per effettuare riding shool, l’obbiettivo sarà di curare di più i dettagli, spesso trascurati. La partenza flow può facilmente ingannare, ma lascia subito spazio a fondo smosso e tratti tecnici con roccia.
I tornantini su fondo roccioso e tratti gradonati si susseguono precipitosamente, alcuni nose press vengono appena
abbozzati, non ci si arrende, occorre solo maggior concentrazione. Andando avanti si vivacizzano, tanto da sembrare
minuscoli rock garden e in aggiunta il trail si ristringe. Carmine enfatizzato, incalza, pressa, percorre la linea, dando qualche consiglio e si inizia a prenderci gusto. Si tira un respiro su un fondo ballerino, poi sulla
parte centrale, qualche rettifilo si allunga ma di contro le curve si chiudono, il trail si imbestialisce. I tornanti si susseguo
inesauribili. Prova e riprova, la tecnica si perfeziona, riuscendo a spuntare anche nose press da manuale. Si arriva al cavatappi, una S che a vederla sembra fattibile, ma nel tentativo di provarla ci si irrigidisce, fa venire la pelle d’oca,
occorre un bel manico, considerato che un yolli è stato giocato è meglio non rischiare e rimanere a guardare come va eseguita: con agilità e fluidità, semplice! Si esce allo scoperto, emergono i resti del Castello dei Colonna, le curve si
riducono, in contraccambio fondo smosso e forte pendenza, fanno sì che rimanere in sella è alquanto arduo.
Sinterizzando, un’efficace giornata di riding shool, per le scariche di adrenalina trasmesse, al termine non resta che affogarsi con un po di birra.