Non c’è quanto di meglio, che andare qualche giorno prima, in una location dove fervono i preparativi per lo svolgimento di una gara, come nel caso di Cervaro, in cui il prossimo 1 luglio si disputerà la terza tappa di coppa Lazio 2018: è tutto un fermento, si curano gli ultimi dettagli, nella piazzetta del centro è un brulicare di bikers arrivati per provare, è un andirivieni di furgoni e che dire dei trails del percorso, puliti e tirati a lucido, alle rocce affioranti è stato fatto il contropelo, si respira l’odore di erba appena tagliata!
Dal centro si sale verso le pendici del monte Aquilone, in compagnia nientepopodimeno di Riccardo Corvo e Matteo del team ASD Gravity Bassiano. Percorrendo la strada provinciale Cervaro-Viticuso, oltrepassato il Santuario della Madonna de’ Piternis, si gode di un ameno panorama, che spazia dalla piana del Cassinate all’altura dell’Abbazia di Monte Cassino, l’unica nota stonata è un fortissimo vento contrario, davvero fastidioso, che sopportiamo poiché tiene lontana la pioggia che si vede cadere verso Cassino. A metà salita, subito dopo il primo tornante, si prende una larga mulattiera, che ancora in salita, porta all’inizio del Purgatory trail. Tanta è la foga di scendere, sotto la magnifica
abetaia, che subito deve essere contenuta, il quieto sentiero iniziale, lavorato e spondato, diventa repentinamente
tortuoso su pendenze vertiginose, un tratto piano per respirare, poi di nuovo su forte pendio e fondo sconnesso con
rocce fisse e gradoni, percorse alcune sequenze di ripidi, una passerella immette in una stretta gola, dove con un po’ di
fegato si mollano i freni e il divertimento è assicurato dalla serie di compressioni dossi e stacchi da terra.
Primo ricco assaggio, si risale bitumando alla volta della Gustav (verosimilmente prende il nome da quella che fu la “Linea Gustav” una linea fortificata difensiva effettuata nel II conflitto mondiale, che in questa zona fu molto violento).
L’ingresso stretto, magnificamente rustico, serpeggia in campo aperto ammantato di rocce fisse
è un susseguirsi di avvenenti gradoni sagomati,
raggiunto un tratto di tregua, qualche bel gradone per spiccare il volo, poi si serpeggia nel bosco, il trail su belle
pendenze lavorate invoglia a mollare, si arriva ad un incalzante tratto ricco di ripidoni, uno particolarmente verticale. Un
tratto di raccordo conduce ad una biforcazione, si prende verso dx la linea Vraghetta-Gl’Uarch’-Hard Rock, dove si
lascia scorrere la bici, una sorta di flow che poi diventa gradonato, passa sotto Gl’Uarch’ e continuia su un tortuoso flow. Sul finale si entra sul Tagadà, un piccolo canalone, l’appellativo è tutto un programma! Breve linea, ma intensa, ricca di saliscendi curve, controcurve, compressioni, sufficientemente condita con drop. Breve pausa al fontanile, galvanizzati si risale su stradina interna che in corrispondenza della Madonna de’ Piternis confluisce sulla provinciale Cervaro-Viticuso e dai a bitumare.
Entriamo sulla “ps3” il fondo è terroso abbastanza grezzo, ci si imbatte in vari
gradoni rilevanti, poi prosegue tortuoso accidentato con gradoni e ripidelli. La morsa allenta un pochino, fino a
raggiungere un rok garden e subito dopo un bel ripidone.
Arriviamo all’ingresso della Volpe abbastanza flow all’inizio,segue con fondo smosso breccioso e con un tortuoso rock garden. Di nuovo sul trasferimento, un tratto abbastanza sgarrupato e altri rocciosi, poi il trail si addolcisce percorrendo un tratto di flow ed eccoci una seconda volta a sobbalzare sul tossico Tagadà.
Possiamo accontentarci!
I trails di Cervaro sono talmente variegati e impegnativi, che vanno presi con le molle, non è semplice memorizzare tutti i dettagli, con buona probabilità è possibile aver equivocato o invertito qualche particolare, una cosa è certa, a Cervaro c’è tanta tanta roba!