Un evento nato quasi per gioco, organizzato da MTBAllMountain con Carmine Rosone dei Grezzi di Guadagnolo percorrendo la linea G4, definito anche come il trail che non c’è!
Percorso rigorosamente in stile All-Mountain, a cui ultimanente siamo abituati, sulle alture del Guadagnolo. Il ritrovo è a San Gregorio da Sassola, luogo ormai collaudato per i ns giri a Guadagnolo, in cui siamo felici di reincontrare Enrico Campanelli e Marco Morfic Ficorella di Bicinatura, che tante volte hanno condiviso gli eventi delle Grezzate con il boss CR.
Anche oggi, la fatica della lunga ed estenuante salita sarà alleviata dagli scenari multiformi. Il gruppo è misto, composto di giovani intrepidi su muscolari e placati biker un po’ più grandicelli su e-bike. Sulle prime rampe c’è chi approfitta e opta per la salita meccanizzata, come dice un detto: a mali estremi, estremi rimedi! Santa e-bike, e Chiara Kiaz approva.
Per fortuna che le gambe, non hanno paura come gli occhi ed eccoci già sopra Guadagnolo, al bar da Peppe, a
consumare come di consueto ciambelline e caffè!
Si inizia entrando subito nel vivo, dalla piazzetta ci si tuffa per una scalinata, qualche traverso e siamo sull’aereo
percorso di crinale, verso la Spina Santa. Rispetto al percorso originale che passa a mezzacosta sul versante di destra
del monte Cerella, risultato ancora molto fangoso, nella ricognizione di qualche giorno fa, si opta per il lato opposto,
percorrendo un sentiero ricoperto da molta roccia fissa. Riallacciandosi alla traccia originale su zona prativa molto sassosa, si ricerca la linea più appropriata in base alle proprie capacità. Proseguendo una piccola pettata, inizia il famigerato tratto vallonato, il più impegnativo, un andirivieni interminabile di saliscendi, brevi discese su prati spesso sasosi, seguiti da rilanci anche tecnici, a volte da fare a spinta se non si è bene allenati, che sfiancano.
È un alternarsi continuo di fondo sgarrupato con pietre smosse, rok garden con bei lastroni roccioni, spingismo, rilanci, e tratti prativi.
Di tanto in tanto occorre fermarsi, aspettare ricompattare il gruppo e ripartire, fa parte del gioco, quando si gira con il gruppo numeroso è così.
Sul percorso non mancano rocce da sfruttare per effettuare drop lenti, quelli più impegnativi, dove gli intrepidi osano,
oppure passare sulla chicken line.
O altri massi a lato del percorso da saltare dando sfogo, ognuno a sua libera interpretazione
non mancano le zone prative, meno impervie dove sbizzarrirsi a briglia sciolta.
Arriva il passaggio clou, che appaga i protagonisti, ma richiama anche gli spettatori.
Si scende verso la strada forestale su fondo trialistico lento, la segnaletica è scarsa, qualche avvisaglia di stanchezza,
si è un pò in ritardo rispetto alla tabella di marcia, pertanto si decide di evitare il tratto di spingismo più lungo, che conduce a Colle Zappacenere, aggirando l’altura andando a ricongiungersi più in basso sul trail principale, sempre con una modesta dose di spingismo, dove il trail inizia a diventare più umano.
Un piccolo ripido tra radici, segna l’ingresso del sentiero che attraversa la pineta, siamo sul finale e si è anche agli
sgoccioli. I continui rilanci pedalati o a spinta, si fanno sentire sulle gambe. Il tratto è però ricco di erba cresciuta in
modo esponenziale, che copre qualche pietra è quindi buona norma procedere con cautela per evitare qualche spiacevole spiccico a terra. Dopo una eccezionale compressione siamo in dirittura di arrivo, The end!
Si scendono gli ultimi metri su asfalto fino a San Gredorio da Sassola.
Nel complesso giornata positiva, il contesto naturale della rupe alpestre del Guadagnolo può solo sorprendere, lo spirito goliardico si è coniugato bene con l’impegno fisico e il divertimento non è mancato come non sono mancati anche parecchie cadute plateali.
Pedalando sulla via Lattea