Miscela di Grezzo sul Guadagnolo – (Capranica Prenestina RM)

pubblicato in: Lazio, monti Prenestini | 0

La brutta stagione attanaglia con un insistente tempo burrascoso, sebbene è prevista una tregua di poche ore, la voglia di uscire per una sforbiciata di giro, non è di quelle più entusiasmanti. Si perché bisogna fare i conti con l’umido, il viscido, il fango, questo nemico dei mountain biker, che scoraggia parecchi di noi. Per di più, tenuto conto che con queste condizioni, ideare un’uscita in una location particolare, per la difficoltà e complessità dei trails, come quella del Guadagnolo non è alquanto sensato. Tuttavia ci si è dovuti ricredere, dando i meriti a Carmine Rosone, per la caparbietà di portarci a saggiare la sua location con il bagnato. Rimanendo, sulla parte alta, delle alture del monte Guadagnolo, nonostante la pioggia caduta fino a tarda sera, il terreno con un abbondante potere drenante non ha fatto risentire dei problemi legati al fango, facendo rimanere tutti sorpresi.

Come detto il tour si sviluppa sulla parte alta, pertanto superato il paese di Casape, dal tornante situato a quota 655 m., si intraprende la salita, dato che la pendenza è bella accentuata per aumentarla si devia su una mulattiera scassata, poi poco più in alto, si prosegue su un sentiero nel bosco.

Deviando si scende un tratto di single track con fondo guidato e qualche passaggio tra rocce, altro non è che il

collegamento tra la G1 e la G2. Superato un guado

e scavalcato uno sbarramento,

dal bottino si risale una carrareccia in forte pendenza, che fa utilizzare il tasto walk.

Uscendo sull’asfalto la rupe alpestre del Guadagnolo incombe sopra di noi.

Raggiunto il Borgo, la tradizione prevede la degustazione di ciambelline e crostata al bar da Peppe, con il supplemento di “spremuta di uva rossa”, per scaramanzia anche i più salutisti cedono e chi è astemio camuffa con succo di mirtillo! Accontentato il palato, si scende sul primo tratto della G1, la sequenza di ripidi e tratti trialistici che attendono, non li si rammenta

perfettamente, si ricorda solo che sono molto impegnativi. Rincarando la dose di difficoltà, per la possibilità di

incappare in qualche falda rocciosa umida, che cela l’insidia dello scivolone, guardinghi si attraversa la strada, andando a superare gli altri tratti rocciosi che si susseguono,

sfruttado qualche drop.

Se non si è attenti è facile sbagliare linea, il che è proibito, quindi si torna indietro

per recuperare.

Si risale al paese, percorrendo un minuscolo vicolo, che si ristringe sempre di più, tanto da far pensare che sia senza uscita, ma superata la strettoia, dove passa a malapena il manubrio,

si varca una scalinata e si scende la linea della G2.

Sebbene inizia con un tratto in contropendenza,

non aspettarsi che questa sia meglio dell’altra, di fatto si arriva sui passaggi trialistici e sulla roccia fissa.

Si risale leggermente a sinistra dove attente un altro bel passaggio su roccia.

Nel bosco una breve tregua con una sequenza di tornantini,

prepara al passaggio clou, il tightrope walker!

Abbandoniamo la G2 e rientriamo sulla G1, rincorrendoci su un tratto misto nel bosco,

Un piccolo rilancio e si giunge tra scoscesi terrazzamenti di oliveti, dove si avvicendano smisurati ripidoni

che fanno uscire sul tornante di partenza.

Riepilogando, anche se non percorse integralmente, le due linee sono un concentrato adrenalinico, tra passaggi trialistici su placche di roccia calcarea, sezioni gradonate e roccia fissa su pendenze accentuate. Quel che più ha sorpreso è aver trovato una location a portata di mano, che dopo incessanti piogge, permette di effettuare un’ottima mattinata di trail ridin, girando grosso, il che è una rarità e poi certe situazioni, fanno innalzare di molto l’asticella.

 

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