Un tour sull’Argentario, sull’isola che non c’è, in un territorio insolito, molto variegato, con l’unicità del paesaggio che spazia da una costa prevalentemente rocciosa, con calette, dalla laguna di Orbetello, alla pineta, ai tomboli che collegano il promontorio ricoperto di macchia mediterranea alla terra ferma, a Punta Telegrafo con i suoi 635 metri molto panoramica, un posto dove la natura è protagonista indiscussa, percorrendo alcuni itinerari più celebri, dall’animo gravity.
Oltrepassato il paese di Orbetello, si sale fino al Convento Padri Passionisti, un ottimo punto di partenza per intraprendere il giro. Dal Monastero, su asfalto ci si inerpica fin sotto Poggio Tondo, proseguendo su un’ampia sterrata, si inizia a scendere, la vista è straordinaria, peccato per la foschia che non fa godere il panorama, ne fa scorgere la
vicina isola del Giglio. Il fondo è sempre più roccioso, sfruttando le asperità per qualche stacco, ci si avvicina al trail della Madonnina, la prima parte di single track, si snoda tra bassa vegetazione, su fondo roccioso
irregolare con buona pendenza, poi nei pressi di Poggio Barone, deviando bruscamente, si entra nel bosco,
risucchiati da una natura selvaggia, in un vortice di tornantini, tra curve spondate e non, drop naturali, rampe e ripidelli
finali. Un inizio con i fiocchi. Si risale su sterrata alla volta della linea Crocicchio-Vipera-Parassiti, dirimpettaia della
Madonnina. Raggiunto l’ingresso, lo scenario regala una stupenda visuale sul Tombolo della Giannella, della Feniglia, sulla laguna di Ponente e di Levante, separata dal ponte della diga Leopoldiana, degna di un momento di
pausa. Il single track inizia subito con un drop naturale, per niente banale e approfittando della sosta, un’oculata
valutazione, permette di effettuarlo con disinvoltura. Segue flow, intervallato da tratti rocciosi, gradoni e rampette di
legno, parola d’ordine è mollare i freni! Tratto di trasferimento, verso la Vipera, che si presenta molto veloce con drop
naturali ed artificiali. Giunti sul trail Parassiti, ci si accorge di transitare sulla chicken line, piuttosto che sul gobbone laterale, con uscita rocciosa, in forte pendenza, non si esita a tornare indietro ed effettuarlo.
Continuando tratti flow, intervallati da rocce, bei ripidoni e stretti tornantini, dove si apre la valvola. Che dire, la
sequenza dei trails è il non plus ultra. Su sterrata, si torna a salire nel bel mezzo di una folta macchia mediterranea, ravvivata dai colori intensi di frutti di corbezzolo. Raggiunto il Convento Padri Passionisti, si ripercorre la lingua di asfalto fino ad imboccare il Noviziato trail. Il flow iniziale lascia pensare che il tracciato sia davvero per riders novellini,
ma tutt’altro, si fa notevole, stile DH, intervallato da roccia fissa, curve spondate, tratti di ripidi, drop naturali, rampe
artificiali a gogò, che mettono subito a proprio agio e per chi è avvezzo, con un pizzico di abilità, permettono di effettuare ottime fasi aeree, con morbidi atterraggi. A circa metà, si ha la possibilità di deviare per rientrare al Convento, ma l’ingordigia fa tirare giù dritti, effettuandolo integralmente. Si percorre un canalino roccioso, poi ancora
fondo roccioso gradonato, successivamente, saltando un’altra chicken line, si va sulla variante del rock garden, un
muro! Il flow segna la dirittura d’arrivo.
L’ennesima giornata perfetta, volge al termine, tuttavia è rimasto da provare un interessante e noto trail il Crepaccio. Non riuscendo a fare tutto in un giorno è un buon motivo per tornare a godersi l’Argentario, collezionando altre emozioni.
Ricapitolando: meta ideale non solo per i paesaggi, ma soprattutto per il clima mite dei periodi freddi. I rinomati trail dell’Argentario, trovati al topcome fondo pulizia e manutenzione, all’altezza della notorietà. Tratti veloci si intervallano a tecnici, innumerevoli rampe artificiali per salti, drop naturali considerevoli, ripidoni, tornantini spondati e non, rok garden, tutte quelle condizioni che un giro enduro richiede. Mantenuti dai Local, che sanno il fatto loro, su come far divertire il biker. Grande apprezzamento a chi si dedica al Trailbuilding.