Meta di questo giro, è il sito di Camerata Vecchia, antico borgo distrutto da un violento incendio nel 1859, le cui rovine si trovano a 1250 m di altezza, sulla parte occidentale dei monti Simbruini, sotto le pendici del monte Camposecco. Per questo freeride d’Epifania, Carmine Rosone attendere a Camerata Nuova, per condurci sui trail, l’unico dubbio è quanto sia pedalabile la piana, per la presenza di neve, ma stando al detto di chi non risica non rosica, si va all’appuntamento.
Intraprendendo il giro da Camerata Nuova (fontanile), si risale la classica e dura sterrata per raggiunge Camposecco e proprio dove la pendenza si appetta, una gradita sorpresa, tanta neve, il fondo compattato non crea problemi, si sale
con facilità. Si prosegue entusiasti, più in alto in zona esposta, si alternano brevi tratti totalmente ghiacciati, per evitare
slittamento e mancanza di aderenza, bisogna dosare la forza sui pedali. Raggiunto l’altopiano il paesaggio è suggestivo, un’atmosfera a dir poco surreale, la piana nella sua veste invernale completamente imbiancata, sembra
ancora più vasta. Ora nel proseguire, bisogna fare i conti, di quanto sia fattibile riuscire a pedalare sul fondo innevato,
al di fuori della strada battuta. Ma forse siamo nati con la camicia, la neve è fredda e consistente, non sfonda, permette di continuare senza difficoltà. Il silenzio ovattato è rotto soltanto dallo scricchiolio della neve gelata sotto le ruote! Antistante il rifugio Carmine scorge delle rocce e non riesce a contenere la voglia di sfruttarle per fare qualche
passaggio trialistico. Si continua a pedalare sull’ondulata distesa.
Le e-bike sono avvantaggiate, la muscolare a tratti, no.
Una sosta, il tempo di sgranocchiare dei tozzetti natalizi (biscottini tipici velletrani al miele, con nocciole e mandorle,
una leccornia), poi si prosegue.
Un tratto a mezza costa esposto da superare con prudenza,
scavalcata un strettoia, iniziamo a scendere sul trail 3, la zona è meno esposta e la neve molto più morbida, il single
track innevato è strepitoso, bisogna fare attenzione a qualche pietra, senza gasarsi troppo, si scende surfando,
derapando, intraversando. Sulle facce di tutti in particolare di Elvis il sorriso è stampato.
Si fruttano le ultima chiazze di neve, poi un po’ di flow e si arriva in prossimità della rupe di Camerata Vecchia. Il single
track su pendenza considerevole si ristringe, diventa stupemagnifico. Arriviamo al cavatappi, altra sosta per un ripasso di tecnica trialistica
che ci sta tutta, d’altronde siamo con un maestro d’eccezione! Superato un intaglio,
un rettilineo immette sui tornantini, con fondo spondato e gli si dà di nose press.
Siamo già sotto! Si risale fino al crocicchio e sempre su strada bianca si devia per la chiesetta rurale della Madonna
delle Grazie, continuando su un ampio sentiero flow che conduce sempre ai ruderi di Camerata Vecchia. Deviando poco sotto, ci si immette sulla seconda parte del trail due, il fondo è terroso e inconsistente.
Scendendo il percorso via via, si snoda tortuoso fino a valle, diventa sempre più tecnico, per via di pietre di varie pezzature, disseminate sul fondo e nascoste tra le foglie.
Sintetizzando: due trail tecnici, molto divertenti che si sviluppano tra un susseguirsi tortuoso di curve e tornantini, con alcuni passaggi rocciosi rilevanti, con aspre pendenze, fondo smosso e inconsistente in vari punti. Quel che più ha reso esclusiva l’uscita è stata la presenza della neve, che magicamente l’ha trasformato in un gran giro. Ciò nonostante pedalare sulla neve risulta più faticoso, poiché il terreno non favorisce la scorrevolezza, i vari tipi di neve ghiacciata o trasformata, possono rendere il giro ancor più impegnativo. In ogni caso resta una esperienza che non può mancare, una divertente sfida!