Trascorrere una giornata nel PNALM non stanca mai, tanto meno se l’obbiettivo è il monte Marsicano, uno degli ambienti più noti e severi, secondo massiccio montuoso con 2245 m., che stranamente conta una cima poco più alta di 2253m. La salita dal gusto ciclalpinistico forte, è faticosa e impegnativa, non di meno è la discesa, che tra varie incognite, bisogna prima guadagnare. Un tour sufficientemente esasperato, che va ben oltre i normali canoni del mountain biking. Risalire la val di Corte, nome ingannevole, sul sentiero A6, con pendenze elevate e duro spingismo, risulta piuttosto smisurato, da superare in e-bike, riscendere poi il versante opposto sul sentiero F10, di notevole difficoltà tecnica, molto scosceso, con tratti non percorribili in sella, privi di sentiero, tratti trialistici e segnaletica scarsa, convenite, non è una scampagnata.
Detto ciò, zaino in spalla e perseveranza, da Pescasseroli si risale la strada bianca verso il rifugio Prato Rosso, pocosotto si devia sull’A6.A quota 1500 termina lo sterrato e si entra sul sentiero che risale la valle di Corte, inizialmente attraversando varie volte l’alveo del torrente con fondo roccioso, poi rimanendo direttamente nel greto, tra rocce e gradoni, un tratto molto
impervio, dove inizia il serrato spingismo in modalità walk. Finalmente si esce dal malefico canalone, su un bellissimo anfiteatro, sotto Cima di Colle Angelo dove il paesaggio fa dimenticare la stanchezza accumulata.
Continuando tratto pedalato, poi si
risale il ripido pendio a stretti tornanti con spingismo estremo, fino alla sella oltrepassando un intaglio roccioso.
Dalla sella sotto Serra Cappella si pedala,poi a spinta a mezza costa, si taglia Cima di Colle Angelo,
si perde quotae dopo il lungo sforzo, pochi metri su facili roccette, si raggiunge la vetta del Marsicano, che offre tutt’intorno una vista
unica sulle principali vette del PNALM. Concessa una meritata pausa, non si canta vittoria, la discesa presenta difficoltà anche per i più esperti, figuriamoci per i comuni mortali! Iniziamo a scendere in assenza di sentiero, su fondo pratoso molto spassoso, cosparso di roccia fissa, risalendo verso la panoramica croce di monte Calanga. Dopodichè si continuando in stile freeride su scosceso prato ricoperto di roccia smossa, fin dove si riesce, poi si prosegue su un tratto non percorribile in bici, virando ad intercettare il sentiero F10. Si risale in sella, ma bisogna essere cauti, il sentiero è poco evidente e in forte pendenza, con molte rocce.
Raggiunta una palina segnavia il sentiero è più individuabile, ma il tratto si presenta a mezza
a mezza costa ed in contropendenza richiedendo ottime doti di equilibrio.
Segni di lieve miglioramento,
superato lo stazzo di monte Forcone, il trail continua tortuoso a tratti trialistico, incassato e spesso l’andatura si interrompere, causa strettoie rocciose. Raggiunta la S.S. Marsicana si è salvi! Si rientra verso Persasseroli.
Sintetizzando un giro senza mezzi termini, dove non ci si risparmia né in salita, né in discesa, curve strette, contropendenze, passaggi trialistici, forti pendenze, tratti rocciosi smossi e tratti non percorribili in sella ne fanno un giro altamente impegnativo. Per noi e-bikers è stata un’altra succulenta giornata di test. Si è infatti potuto collaudare il sistema walk, mettendolo alla frusta, su single track con pendenze notevoli, con fondo accidentato smosso, gradonato, a tratti anche viscido e la salita al Marsicano è stato un giro ad hoc. Con un po’ di abilità acquisita, giocando sui rapporti ha risposto in modo eccellente. È solo provando seriamente che ci si rende conto delle potenzialità e delle soddisfazioni che ci si può togliere con un e-bike.
Giornata di riding memorabile, conclusa con soddisfazione e alla domanda se ne è valsa la pena, la risposta era già scritta nella frase di Giusto Gervasutti: “l’ebrezza di quell’ora passata lassù, isolato dal mondo nella gloria delle altezze, potrebbe essere sufficiente a giustificare qualunque follia”.