Tour che ci vede partecipi con gli amici di Bicinatura, in quel di Scanno, l’antico borgo medievale sulle sponde dell’omonimo lago, noto come la Città dei Fotografi, per la cronaca una foto scattata nel lontano 1964 il Bambino di Scanno, o Scanno Boy, fa parte della prestigiosa collezione di opere fotografiche del Museum of Modern Art di New York.
Veniamo al resoconto della succulenta giornata di riding, attraversato Scanno, utilizzando gli impianti di risalita si
raggiunge Collerotondo e su comoda forestale, ci si dirige verso la valle del Carapale. Superato lo Stazzo, inizia del sano spingismo.
Usciti dal bosco si apre una suggestiva panoramica sull’anfiteatro del Carapale, alternando tratti pedalati e dell’altro
spingismo si arriva al valico, dove si stagliano gli enormi blocchi di roccia, cosiddetti Le Ciminiere, poi pedalando alla speedy gonzalez
o sempre spingendo si punta dritti verso la cresta Serra Ciminiere.
Si prosegue sull’ondulata dorsale verso la Serra della Terratta,
d’improvviso un notevole colpo d’occhio, sul lago di Scanno, d’altra parte ci si trova sulla Montagna Grande e
tutt’intorno è un tripudio di vette! Il fondo breccioso inconsistente anche di grossa pezzatura, non permette di avanzare
gran che bene, ma in e-bike è uno spasso! Qualche perdita di quota non ragguardevole,
poi si raggiunge la vetta della Terratta (m 2208).
Il paesaggio è stato gustato abbastanza, è tempo di gioire, inforcando le bici e scendere a valle.
Tornando indietro, prima di entrare nel vallone, si decide di cavalcare una breve dorsale con fondo erboso dissestato e
rocce di varie grandezze tale da renderla impegnativa, poi virando si scende in diagonale su forte pendenza, andando ad intercettare il sentiero principale, che in questa prima parte, risulta poco evidente, laddove ciuffi di erba coprono il
trail, rendendolo azzardato. Continuando il single track si fa nervoso dal fondo aspro,
ma dietro la scia di Carmine Rosone la strada diventa spianata, belle pendenze,
fondo smosso, contropendenze, un passaggio ostico da fare a piedi,
poi il festival dei tornantini, si arriva su un tratto leggermente più terroso, ma sempre tortuoso con forte pendenza.
Altro tratto smosso a seguire, con pendenza rilevante, altro non che non un anticipo per affrontare la prosecuzione più
“non mancano momenti di didattica su passaggi impegnativi”
sassosa, che si inasprisce sempre con pietre più grandi. Il single track d’incanto si ristringe e sinuoso si incassa tra le rocce, con pietrame smosso, sempre in agguato ad impedire la fluidità delle ruote. La discesa termina, ci si ritrova a costeggiare il lago, chi più chi meno, hanno giocato il loro jolly, si risale verso il paese, percorrendo inevitabilmente la via dei Fotografi, ammirando l’incantevole centro storico,
dove sono state scattate diverse foto, icone di Scanno,
senza dimenticare di assaporare il pan dell’orso e i mostaccioli, dolci locali che faranno chiudere la giornata leccando le dita, oltre che i baffi!
Sintetizzando: avvalendosi dell’impianto la Seggiovia di Scanno l’impegno per superare il dislivello è meno gravoso, ciò nonostante è da mettere in conto, una buona razione di spingismo, per raggiungere Serra Ciminiere, inoltre il tratto di dorsale con il fondo ghiaioso per arrivare in cresta è stancante. La discesa nel vallone è molto varia, fondo sconnesso, pietre di varie grandezze, pendenze accentuate, qualche passaggio trialistico, ne fanno un pendio impegnativo, richiede un ottimo mezzo e la capacità di guida diventa importante. In particolare, le difficoltà nell’andare avanti, non mollando mai ed anziché attenuarsi e minimizzarsi, al contrario, si amplificano mettendo a dura prova.