Anche con il nuovo anno, la voglia di darsi da fare è forte, tuttavia il tempo da lupi che incalza, fa ritardare le uscite, ma non si è rimasti a mani conserte, si è sfruttato il fermo facendo manutenzione alle bici, onde prevenire il verificarsi di problemi nel momento meno opportuno.
Per gli squilibrati del mountain biking è risaputo che l’uscita del weekend è una regola, un evento, il giro importante, una consuetudine e tra limitazioni e panettone da smaltire, per questa prima trasferta si è privilegiato un giro non eccessivamente lungo ma consistente, un trail mordi e fuggi.
Tentando di trovare una combinazione perfetta tra salita, panorama e sentiero divertente, la scelta ricade per l’arrampicata alla torre del monte Morrone della Croce (1052 mt.) o Torretta Cruciani, all’ombra del Monte Gennaro, un’altura vicino casa, avvincente per chi non vi è mai salito, da Palombara Sabina solo osservandola alzando lo sguardo, si presenta imponente e severa, è un classico giro che non disdegna nemmeno chi già lo conosce bene.
Dal parcheggio del campo sportivo di Palombara Sabina, evitando di passare per la frazione di Stazzano si sceglie un percorso più diretto, salendo via Teofilo da Corte, percorrendo poi la panoramica strada di Casoli, fino sotto i ruderi di Castiglione. Continuando in sottobosco, si giunge ad un una biforcazione con due cancelli lignei. Non concesso di proseguire su quello di destra (privato), condizionati, si prosegue sull’altra deviazione (demaniale). Evitando di allungare il percorso fino ad intercettare la strada che proviene da Stazzano, si devia poco dopo a dx, su una marcata traccia, probabilmente fatta da animali al pascolo, che ricollega al percorso principale.
Proseguendo la salita, a tratti presenta pendenze notevoli, il fondo sconnesso fa anche desistere e far spingere, ma con un po’ di tenacia si tocca la sella ed una breve deviazione conduce sul monte Morrone della Croce ( 1052 m).
Raggiunta la radura sottostante la torre, si apre un bellissimo colpo d’occhio su tutta la Sabina e scrollatasi di dosso la stanchezza, un rapido rifocillamento, si riparte ed eccoci a sella la Torretta (1026 m), pronti per buttarsi a capofitto sul famoso trail che si sviluppa con un’abbondanza di tornanti.
Dallo spiazzo laterale si stacca il sentiero 319, la parola d’ordine è tortuosità, si andranno a perdere 500 metri di dislivello negativo, percorrendo un andirivieni di stretti tornantini, da eseguire rigorosamente in nosepress per non rimanere inchiodati e uno dopo l’altro ci depositeranno sul sentiero 319A di San Nicola.
Fondo ondulato e flow sono le caratteristiche dei tratti rettilinei, ma di tanto in tanto si incoccia in qualche bel gradino, che si sfrutta per staccare da terra. Il trail rispetto alla volta precedente, risulta ben conservato e con pochi sassi sparsi sul suolo. La distanza tra un tornante e l’altro va sempre a diminuire, tanto che gli ultimi sono molto ravvicinati e se ci si lascia prendere dall’euforia, non regolando la velocità, si rischia di arrivare lunghi.
Purtroppo si è già all’estremità, si continua verso dx percorrendo il sentiero 319A di San Nicola, alla ricerca di qualche metro di dislivello da sfruttare, impegnando subito una deviazione a sx che più in basso si trasforma in una sfasciata e larga mulattiera. Terminato anche quest’ultimo divertente tratto si conclude la discesa tra cementata e asfalto fino in paese.
Nel complesso giro impegnativo per alcune impettate, ma in cambio il pendio dei tornanti del Morrone regala tanto divertimento, ma come le cose buone finisce subito.