Di nuovo sul monte Pellecchia, sulla massima elevazione dei Lucretili, che ben si presta ad essere ascesa sia da un lato che dall’altro. Sempreché si abbia entusiasmo a camellare la mtb per diversi metri di dislivello. Completato il classico giro (salita su sent. 312 e discesa su sent. 309) è subito balenata l’idea di reinterpretarlo al contrario. Scendere sul versante occidentale, per la Casa del Pastore, consente di allungare fino a Monteflavio, esasperando la discesa, percorrendo mulattiere e single trek con fondo altamente instabile, risulta decisamente più tecnico e divertente.
Dal campo sportivo di Monteflavio, si inizia a salire, transitando per la piazzetta del paese, dirigendosi verso Passo la Croce (ingresso area pineta). La cima del Pellecchia non si distingue, è purtroppo avvolta da grossi nuvoloni. Si prosegue su strada forestale, superato un cancello, i tratti a sali scendi e l’ultima rampa non sono una prelibatezza, ma non è il caso di scoraggiarsi, bensì di prepararsi mentalmente al tratto di portage, fin sulla sella.
Abbandonata la sterrata si risalire il sul sentiero 309, con del sano spingismo, andando su, ben presto si è avvolti nella nebbia, man mano la visuale si riduce e sulla sella la fitta nebbia nega il panorama, in cambio si è circondati da un ambiente surreale, di quelli che non ti andresti mai a cercare, li vivi solo se ti capitano.
Viene a piovigginare e si desiste ad arrivare in vetta, andando direttamente ad intraprende la discesa sul sentiero 312. All’inizio per riuscire a destreggiarsi sul fondo umido, tra radicume e gradini rocciosi, bisogna essere alquanto scaltri.
Ben presto, perdendo quota si esce dalla coltre di nebbia, il fondo si ottimizza, si raggiunge un primo tratto di rock-garden, tecnico e strepitoso che ci accompagna fino in prossimità della Casa del Pastore. Trovando il rifugio aperto, utilizzato da un gruppo Scout, il tepore del caminetto acceso è una mano santa.
Continuando su sterrata, si scende nella valle per poi risalire verso la zona della pineta e sul colle della Caparnassa a sx si devia sul sentiero 312. Il single trek corre giù, dapprima su un tratto di rock-garden, poi su mulattiera con drop naturali, più in basso su sterrata. Intercettato un successivo sentiero sulla sx lo segue. L’inizio flow inganna, poiché continua con un acido-rock-garden, dove sulla parte centrale pianeggiante, se si perde dinamismo si è costretti a spingere per un centinaio di metri. Costeggiato un parco giochi si è agli sgoccioli, ma per aggiungere un po’ di vivacità, usciti sulla strada, si risale verso l’altura soprastante il campo sportivo, andando ad impegnare il sentiero 313, dove attende l’ultimo letale tratto di rock garden.
Sintetizzando:
Con questa combinazione, si ha la possibilità di percorrere in discesa, notevoli sessioni con fondo roccioso, il cui grado di difficolta aumenta progressivamente, il che risulta molto appagante, a condizione di possedere una buona padronanza del mezzo sui questi terreni.
Per affrontare gli insidiosi, a volte poco piacevoli, rock garden, bisogna lasciar scorrere bene la ruota anteriore, per evitare impuntamenti ed iniziando ad affrontati con il giusto approccio, diventeranno ben presto piacevoli e divertenti.