Sentiero Karol Wojtyla, Guadagnolo (Capranica Prenestina)

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La catena dei monti Prenestini costituita da cime intorno ai 1000 metri, culmina con i suoi 1218 m con il monte Guadagnolo, dove a ridosso della lunga bastionata si trova l’omonimo centro abitato, frazione di Capranica Prenestina ed il più alto della provincia di Roma.

Ambita meta di ciclisti di bdc, di free climber che arrampicano sulle storiche falesie romane, Guadagnolo è anche conosciuta per il Santuario della Madonna della Mentorella, che si erge non lontano dall’abitato, su una rupe, sullo scosceso versante opposto, ritenuto il più antico d’Italia e d’Europa, tanto caro a Papa Giovanni Paolo II. In questo luogo molto suggestivo, immerso nei boschi, che regala bei scorci panoramici, troviamo il sentiero Karol Wojtyla, tratto escursionistico che il Santo Padre amava percorrere prima ancora di essere eletto Papa.

Approdando a Pisoniano, poco più in basso del paese, in contrada Gammarari, sulla S.P. Empolitana, si inizia a bitumare su strade panoramiche poco trafficate, da qui fino alla sommità, l’interminabile salita farà sbuffare come una vecchia locomotiva. Ma la strepitosa discesa ripagherà ampiamente. Tra tornanti boscosi si raggiunge Capranica Prenestina, si continua poi, con belle visuali tra verdi vallette e pascoli alla volta di Guadagnolo, in prossimità della bastionata rocciosa della Mora di Guadagnolo è quasi fatta, curva dopo curva si guadagna quota, per arrivare finalmente sulla piazzetta.
Una pausa per un caffè da Peppe è d’obbligo e ripreso fiato, si salgono gli ultimi metri, fino al monumento del Cristo Redentore. Tornati nella piazza si aggira il borgo, andando ad intercettare una traccia non meglio evidenziata, che scaraventa in basso, sull’ultimo tornante. Raggiunto di nuovo un crocevia, scartando la strada asfaltata per il Santuario, si devia sulla strada bianca verso monte Cerella. Arrivati alla selletta si inizia a scendere a vista, verso la Mentorella, anche improvvisando passaggi e preparandosi per la parte adrenalinica. Usciti sulla strada, attraverso un guard rail, una scorciatoia scende direttamente al luogo sacro. Dopo la visita si inizia a scendere nel bosco sul 502, il tortuoso e scosceso single track, sul versante che domina la valle del Giovenzano.
Da subito ci si rende conto che la discesa non lascia tregua, più si scende e più si fa stizzosa, è un alternarsi di passaggi su roccia, radici, gradoni in sequenza di diverse grandezze, con alcuni passaggi anche poco scorrevoli, curve ravvicinate molto strette quasi a gomito, dove la tecnica nose-press fa la differenza. Un sentiero che richiede un buon controllo del mezzo, una continua concentrazione, tecniche trialistiche, padronanza nella modulazione del freno ed un ottimo equilibrio, che costringerà i meno avvezzi a mettere molto spesso il piede a terra.

Raggiunta l’Ara di Palazzo non ammettere di essere provati sarebbe sleale, ma in compenso, l’atmosfera surreale che si alita, il contesto ambientale e le caratteristiche tecniche del percorso che si è riusciti a chiudere, sono molto appaganti.

Sintetizzando il trail della Mentorella è un avversario ostico ma di pregio, una palestra di riding school, indicato per gli appassionato di mtb che hanno voglia di mettere alla prova se stessi e le proprie capacità, per perfezionare la tecnica e lo stile di guida. Un trail che con le sue complessità e difficoltà almeno una volta dovrebbe essere effettuato. Da evitare in caso di bagnato/umido.
Percorso propagandato sul web come uno dei più difficoltosi del Lazio.

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