l’Eremo della Madonna del Cauto – Morino

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Itinerario che attraversa la riserva di Zompo lo Schioppo, meglio conosciuta per l’omonima cascata (un esempio di sorgente carsica intermittente che si estingue annualmente nei mesi estivi e autunnali), che passa per l’Eremo della Madonna del Cauto, risalente al XII secolo, ancora integro, come se il tempo si fosse fermato, è uno dei più belli dal punto di vista naturalistico e spirituale. Si snoda in un particolare contesto: un anfiteatro naturale, circondato da monti ricoperti da rigogliose foreste. dove il fragore dell’acqua elemento dominate di questo angolo di paradiso, accompagna per tutto il giro.

Itinerario intrapreso dall’area di sosta del camping lo Schioppo, da dove si inizia a fare quota risalendo un’ombreggiata strada forestale a tornanti, con pendenze mai eccessive. Poco sotto il rifugio Tassiti, raggiunta la deviazione, si scende a destra per l’Eremo, subito si rimane ammaliati da un’incomparabile bosco.

Il trail che si percorre è abbastanza flow, classico sottofondo terroso di faggeta, ben pulito, sporadicamente solo qualche radice e roccia gli rendono vivacità. Ciò nonostante bisogna tener conto che il lato destro rimane costantemente a strapiombo. In breve si arriva al romitorio, la chiesetta incastonata nella roccia, rende al posto una particolare misticità. Continuando si effettua qualche tratto pedalato con rilanci, passando sotto delle imponenti balconate rocciose e ben presto il flow, lascia spazio al tecnicume.

Sulla seconda metà si cambia sinfonia, il trail diventa prorompente: pendenze consistenti, rocce, gradoni, tornantini rocciosi angusti, fondo roccioso trialistico, mette a dura prova, se ne era consapevoli!
Superato un piccolo guado sotto la cascata, si esce dal bosco e qui si apre una visione a dir poco spettacolosa sulla valle Roveto! Si continua, la difficoltà si intestardisce con un tratto strapiombante sul fianco di una parete rocciosa con fondo pietroso (ricorda, per chi l’avesse effettuata un po’ la “morte nera” di Bassiano, dove se non altro, non c’è il dirupo). Massima concentrazione: vale il motto “chi sbaglia paga”.

La buona sorte, fa ultimare questa parte, ritrovandosi a scendere su una mansueta mulattiera, qualche tornante è sufficiente a riprende fiato. Di nuovo una circostanza favorevole, si trova una valida variante, che fa evitare il normale percorso, per un tortuoso single trek, che prima in sottobosco, poi attraversando una zona prativa, riconduce in discesa direttamente all’area di sosta del camping lo Schioppo.

Impressioni sul giro: itinerario conciso, molto remunerativo e gratificante per la complessità della discesa, la qualità conta più della quantità, un giro che non si dimentica facilmente.
Il single track che si sviluppa in quota, si può suddividere in una prima parte suggestiva per l’ambiente e flow, ma sempre da affrontare con attenzione, perché esposta e una seconda metà più aspra, caratterizzata da una forte componente di tecnica di guida, quasi tutta pedalabile, tranne qualche passaggio che costringe a mettere il piede a terra, da effettuare con estrema cautela, per i delicati passaggi esposti e su roccia.

Da non perdere: merita arrivare in prossimità della cascata (impossibile da raggiungerla per cause naturali) il cui salto (zompo) di circa 80 metri, (provoca un fragore simile ad uno schioppo) da cui il nome di “Zompo lo Schioppo”, dopodiché tornando indietro al laghetto enel, i più temerari possono rigenerarsi facendo il bagno.

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