Bassiano e il monte Semprevisa è un binomio ormai noto, come conosciuto è il sentiero di Fonte Acqua Sant’Angelo, solitamente frequentato dagli amanti del trekking. Risaputa è la tossicità, se fatto in mtb, è un percorso fuori dai normali canoni del mountain biking, un trail al limite dell’All Mountain, non adatto agli amanti delle pedalate. Un sentiero insolito, meglio non farsi ingannare dal nome, in gergo viene chiamato con l’appellativo de “la morte nera”.
Ma arriva sempre il momento in cui si sceglie, tra correre il rischio di pentirti di averlo fatto, o convivere con il cruccio di non averci mai provato.
Quantunque, consapevoli delle difficoltà che si incontreranno, ci si ritrova sullo slargo, presso il ponte di Fosso Sant’Angelo, dove si incontra Marco e Riccardo del Gravity Bassiano, con immenso piacere si scambiare due chiacchiere.
Si inizia a salire sulla strada forestale, che a tornanti porta a Campo Rosello, alle pendici del Semprevisa. Poco sotto il rifugio Liberamonte, bisogna prestare attenzione all’inizio del sentiero.
Giunti all’imbocco del trail, breve pausa per il rituale della vestizione, anche se la prudenza non è mai troppa, quella di indossare le protezioni è una routine che si effettua all’inizio di ogni discesa che si rispetti, quasi un esortazione a non far accadere nulla.
Prima di prendere il via è bene liberare la testa da malvagi pensieri ed imporsi di guidare senza andare oltre i propri limiti. Poi ci si butta giù per l’entusiasmante sentiero, che diventerà sempre più sconnesso scassato a scapicollo, con pendenze marcate, che metterà a dura prova.
Si arriva subito alla sorgente Sant’Angelo (m 950), una rapida bevuta e si riparte, prima di ripensamenti. D’ora in poi si affronteranno tratti con molto tecnicume, ci si divertirà (quanto questo termine sia appropriato non si sa!) a galleggiare, slalomeggiare sulla pietraia e superare gradoni di rocce. Il duello finirà in prossimità del ponte di Fosso Sant’Angelo (da dove si è partiti). Lungo la discesa una sola costante: pendenza, roccia calcarea fissa e smossa e ancora rocce acuminate, oltre l’abilità del biker, l’aiuto dei Santi non guasterà.
Ciò nonostante si è consapevoli, non si va di fretta, non bisogna dimostrare niente a nessuno, a valle non c’è il cronometro, l’importante è divertirsi.
Game over, ci si ritrova sulla forestale, placati, increduli, il sentiero della morte nera non ‘è stato sopraffatto, per noi appassionati, si è solo lasciato percorrere, la soddisfazione maggiore è quella di essere riusciti a tirar fuori quell’abilità che non pensavi di avere.
Adesso si risale, non c’è che l’imbarazzo della scelta, scegliendo di continuare sugli altri tracciati del Bike Park Graviti Bassiano: Sex Terapy, La Nera, Raven e Dg Line.
In sintesi: effettuare il trail di Fonte Sant’Angelo o la morte nera, chiarisce il concetto di definizione di flow.
Video del giro