Cannavacciari, monte Calvo e la rupe di Morra Ferogna

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Di nuovo a monte Livata nel Parco dei Monti Simbruini, l’area appenninica protetta più vasta del Lazio.

Effettuando un altro esuberante percorso all mountain, reso ancor più interessante dalle peculiarità dei luoghi attraversati, snodandosi attraverso ambienti naturali di notevole valore paesaggistico ed arricchito di testimonianze di culto del passato, sacro e natura si fondono in un connubio spettacolare.

Si passa attraverso la selvaggia e segreta radura di Cannavacciari, dove fa sempre piacere tornare, per giungervi bisogna immergersi nella grande faggeta del Monte Autore, luogo in cui si percepisce la lontananza dal mondo antropizzato e ci si sente liberi dal caotico.

Continuando si scopre uno degli eremi più affascinanti della Valle d’Aniene, i ruderi del Monastero di S. Chelidonia patrona di Subiaco, dove sono i resti di possenti mura, ampie arcate e una piccola chiesetta con affresco. Il sito è situato ai piedi dell’imponente rupe di Morra Ferogna, un’enorme torrione roccioso che spunta dal bosco, antica ara sacra del popolo degli Equi, luogo di culto pagano pre-romano dedicato alla dea Feronia.

L’itinerario si intraprende da Campo dell’Osso, si sale al terrazzo naturale de “Le Vedute di monte Autore” e poco prima di arrivare alla sella, deviando a sx su sentiero 673d, si scende sotto la lussureggiante faggeta, per la valle dell’Autore*. Incrociata la deviazione a sx, ci si inerpica sino a sbucare sulla radura prativa della selvaggia Cannavacciari. Assaporato l’attimo, si continua con un breve tratto a spinta ** e superato il valico, uno spassoso single trek scende sulla strada bianca della val Maiura.

Proseguendo, si ricalca un tratto sterrato, che in inverno viene utilizzato come pista di fondo, deviando più avanti sulla dx, per scendere di nuovo in velocità in val Maiura. Poco prima di raggiungere i Tre Confini si prende a sx, percorrendo tutta la piana di Campo Buffone, si risale la sella sotto monte Calvo e con un modesto sforzo, in portage si guadagna il crinale, godendo di una bella panoramica.

A questo punto si inizia a fare sul serio, si scende l’inconsueto trail di monte Calvo e attraversata la sterrata di Campaegli, si continua sul sentiero 671a, ma attenzione, scendere la vecchia mulattiera per Vignola non è proprio una passeggiata, necessità essere guardinghi, perché il percorso muta continuamente, all’inizio si trovano rocce smosse, si susseguono tornanti con passaggi trialistici, tratti che invogliano ad aumentare la velocità, tornantini stretti, rocce e gradoni. Scendendo sulla dx si incrocia una deviazione ben segnalata che conduce ai ruderi del Monastero di Santa Chelidonia e alla rupe di Morra Ferrogna ed anche se si è costretti a risalire vale comunque la pena arrivarci.

Sintetizzando un buon trail, che ha stampato il sorriso sui volti di tutti, non poteva che terminare presso la trattoria “La Panarda”.

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Osservazioni:

* il sentiero della valle dell’Autore è abbastanza flow, tuttavia in questo periodo di tardo autunno, un po’ per il terreno umido, ma soprattutto per il cospicuo strato di foglie cadute (in alcuni punti 30 cm) che ricopriva radici, cunette e pietre è risultato abbastanza insidioso.

** Il tratto di sentiero che da Cannavacciari sale fin oltre la sella, non è molto ampio e sempre a causa del letto di foglie non era visibile, pertanto si procedeva, cercando di non scostarsi molto dalla traccia gps.

 

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